Kawaski Z1 900 cc by K-Speed
In the late 60's, Kawasaki was planning to break into the market with a new powerful motorcycle and instructed a team of engineers led by Gyoichi ‘Ben’ Inamura to produce a four-cylinder four-stroke motorcycle with a capacity of 750 cc: codename N600. When the project started in 1967, following the studies carried on the American motorcycle market, it was named “New York Steak”. At Kawasaki, they were very keen to be the first Japanese company to bring such a motorcycle to market. But, in October 1968, at the Tokyo Motorcycle Show, Honda released the iconic CB750 Four and this sent the Kawasaki crew into shock. A new brief was issued in 1969 calling for a capacity increase to 900 cc as well as an increase in horsepower over the Honda. Production was planned to start in 1972 allowing the H2 750 Mach III and IV models to have a good run before the release of the Super Four. The New York Steak was developed in strict secrecy. Early in 1970, styling sketches were produced giving the image of a lightweight sprinter displaying what Norimasa Tada described as ‘The Three S styling concept: Slim, sleek and sexy.’ Following this, a trial model was constructed with wooden frame and clay for the bodywork. In the middle of 1970, a project team was formed with engine and chassis specialists. The N600 crew had already completed much of the work on the engine. Work on the 903 cc prototype progressed quickly and the first prototype was run at the Yatabe test circuit in 1971. The first examples were named V1, due to their engine and frame numbers starting with the V1 prefix rather than the Z1 of the later production bikes. As the USA was the major target market, Kawasaki decided to run the bikes on American roads and see what broke. Based out of Los Angeles, two bikes clocked up lots of hard miles at high speeds including a trip to Daytona and back with side-trips to various race tracks. In early 1972 at the end of the testing, the V1 bikes were returned to Japan where they were stripped and examined carefully. The history says that the only problem identified was the excessive chain wear so an automatic chain oiler was added. The production started soon after in the same year. At the time the Z1 was the most powerful stock bike ever built. And after almost 50 years the Z1 is still awesome. And even more attractive, despite losing some of the vintage charm of the stock classic, is this project performed by EAK Speed in Bangkok. The transformation has been very respectful of the original lines, of the frame and of the bodywork, which has been only nicely painted glossy all-black with with ultraclassic white stripes, while the chassis received a more radical treatment, including a new modern front and rear ends (the latter provided with Ohlins shocks), with new fork and swingarm, both able to fit 17” cast rims with full size tubeless tyres and a brand new complete Brembo braking system on both wheels.
Other details are lovely as well. The clip-on handlebars hide the electric wiring inside with the typical custom controls by K-speed, while footpegs, indicators and other small components are very stylish. The carbon fibre front fender matches very well with the rest, although it wasn’t probably designed for this specific project, as well as the new steel custom muffler, small enough to don’t affect the overall classic appearance. K-speed rarely fails, and streaks again with an amazing job.
Alla fine degli anni '60, Kawasaki decise di presentare al mercato una nuova potente moto di grossa cilindrata e incaricò un team di ingegneri guidati da Gyoichi 'Ben' Inamura di produrre una quattro tempi, quattro cilindri di 750 cc: nome in codice N600. Quando il progetto parti nel 1967, a seguito degli studi condotti sul mercato motociclistico americano, prese il nome di "New York Steak". Alla Kawasaki, erano desiderosi di essere la prima azienda giapponese a lanciare una moto simile. Ma, nell'ottobre 1968, al Tokyo Motorcycle Show, la Honda lanciò l'iconica CB750 Four e per il team Kawa fu una vera doccia fredda. Nel 1969 partì subito una nuova direttiva che chiedeva un aumento di cilindrata a 900 cc e un potenza nettamente superiore a quella della Honda. L’entrata in produzione fu programmata per il 1972, consentendo così ai modelli H2 750 Mach III e IV di avere ancora mercato prima del lancio della Super Four. La New York Steak fu sviluppata in gran segreto. All'inizio del 1970, vennero prodotti i primi disegni che illustravano i tratti salienti di una leggera e elegante sportiva e che Norimasa Tada descrisse come l’espressione del concetto di stile delle Tre Esse: Sottile, elegante (sleek) e sexy. Fu quindi realizzato una prima maquette con telaio in legno e carrozzeria in argilla. A metà del 1970, fu formato un team di progetto con ingegneri esperti di motori e telai. Il team della N600 aveva già completato gran parte del lavoro sul motore. I lavori sul prototipo da 903 cc progredirono rapidamente e il primo prototipo marciante fu provato sul circuito di Yatabe nel 1971. I primi esemplari furono denominati V1, a causa del loro numero di motore e telaio con prefisso V1, diverso dallo Z1 delle successive moto di serie. Dato che gli Stati Uniti erano il principale mercato di riferimento, Kawasaki decise di testare l’affidabilità della moto sulle strade americane. Con base a Los Angeles, due moto accumularono duramente migliaia di chilometri ad alta velocità, compreso un ride a Daytona e ritorno con deviazioni su vari circuiti. All'inizio del 1972, al termine delle prove, le V1 tornarono in Giappone dove vennero smontate e esaminate pezzo per pezzo. La storia racconta che l'unico problema identificato fu l'eccessiva usura della catena, a cui fu aggiunto un oliatore automatico. La produzione iniziò poco dopo lo stesso anno. All'epoca la Z1 era la moto di serie più potente mai costruita. E dopo quasi 50 anni la Z1 è ancora fantastica. E ancora più attraente, nonostante abbia perso parte del fascino vintage della classica di serie, è questo progetto realizzato da EAK Speed a Bangkok. La trasformazione è stata molto rispettosa delle linee originali, del telaio e della carrozzeria, che è stata solo verniciata in nero lucido con sottili profili bianchi, ultraclassici, mentre la ciclistica ha ricevuto un trattamento più radicale, tra cui i nuovi e moderni avantreno e retrotreno (con ammortizzatori Ohlins), con forcella e forcellone nuovi, entrambi in grado di accogliere cerchi in lega da 17” e pneumatici tubeless di dimensioni contemporanee con un nuovissimo sistema frenante Brembo completo su entrambe le ruote.
Anche gli altri dettagli sono di classe. I semimanubri nascondono all'interno i cablaggi con i tipici comandi custom di K-speed, mentre le pedane, gli indicatori e la componentistica minuta sono molto eleganti. Il parafango anteriore in fibra di carbonio si abbina molto bene con il resto, anche se probabilmente non è nato per questa moto, così come il nuovo silenziatore in acciaio, abbastanza piccolo da non influire sulla linea. K-Speed raramente sbaglia e colpisce ancora con un lavoro straordinario.
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