1958 Iso Isetta Convertible
In the years after World War II, Europe was desperate for transportation and the more economical it was, the better. Several creative innovators responded to the opportunity with a generation of microcars powered by one or two cylinder engines with displacements measured in fractions of a liter.
One of these builders was Renzo Rivolta, whose Isothermos company, based in Bolzaneto, near Genoa, branched out from industrial refrigerators to make scooters and eventually cars under the brand “Iso Automobili”. The cars were in fact built in the factory where, up until the WW2, the iconic luxury cars and eventually aircraft engines Isotta Fraschini used to be produced. Renzo Rivolta’s idea was to make a diminutive two-seater car, powered by a single-cylinder two-stroke engine and he named his project “Isetta” (in Italian, little Lisa).
In order to make his dream come true, Rivolta engaged a young aeronautical engineer, Ermenegildo Preti, who co-operated with another aeronautical engineer, Pierluigi Raggi, to design the bodywork. Preti and Raggi, starting from a project that Preti used for his degree thesis, designed a car featuring an egg-shaped bodywork with the access at the front trough a large door (with the steering wheel hinged to it), very large windows, two front wheels and, initially, just one rear driving wheel, immediately replaced by two wheels (very close each other in order to avoid the differential gear) to reduce the risks in case of flat tyre. The engine, called Iso 200, was a 198cc, 8.5 hp, air-cooled unit, based on the design of the ignition engine of the Isotta Fraschini aircraft engines used during the WWII . The gearbox was 4-speed with no reverse gear. The microcar was capable of surprising 75 km/h but the small engine struggled to push the car up the hills and the first 50 being reached in around half a minute…
When the Isetta was officially introduced at the Turin motor show in 1953, the price, lower than the popular Fiat 500 Topolino’s, wasn’t though low enough to be affordable by the large Italian public. Despite the car did very well at 1000Miglia race and other famous competitions, the sales were struggling.
Luckily, in 1954 at the Geneva Motor Show the small car was noticed by a Swiss BMW importer, who alerted the parent company. At the time, BMW was submersed by payables and close to bankrupt. A BMW representative was sent to the Turin show few months later to meet Rivolta and close a preliminary agreement for granting the patent: the final agreement was reached in Milan few days later, and BMW could start producing Isetta.
The BMW 250 was introduced in March 1955. Compared to the Isetta, the German version had descending windows and a heating system that made it more comfortable, it was also powered by a 250cc motorcycling engine that provided a power of 12.5 hp.
The BMW 250 was a real success. It immediately convinced press and users: low fuel consumption, good level of comfort, innovative design and affordable price. When 50,000 units sold were reached, BMW sent to Rivolta a formal thanks-you letter. BMW also produced a 300cc and 600cc version. The little Isetta, snobbed in her home country, became the first low-consumption car produced in series and the best-selling single cylinder in the history of the automobile. Thanks to the gains from the sales of this small car, BMW found the liquidity to resume the research and development of new car models to be launched on the market and to get out from the crysis.
Iso also licensed Isetta manufacture to companies in a number of countries including France, Spain, Brazil.
This 1958 Spanish-built Isetta is one of those cars, provided with a black vinyl folding sunroof, indeed a safety feature in case a front-end collision blocked the Isetta's single front door. The bumpers are unusually substantial, a feature of the Iso Espana built cars, and it has four wheels (some British-built Isettas had three so they could qualify for reduced taxation as a motorcycle) and is powered by the Iso single cylinder, double piston 2-stroke engine.
Negli anni successivi alla seconda guerra mondiale, l'Europa era alla disperata ricerca di mezzi di trasporto economici. Molte menti creative e innovatrici colsero l’opportunità e diedero vita a una generazione di microvetture mono e bicilindriche con cilindrate misurabili in frazioni di un litro.
Uno di questi costruttori fu Renzo Rivolta, la cui Isothermos di Bolzaneto, vicino a Genova, si allontanò dalla produzione di frigoriferi industriali per fabbricare scooter e vetture con il marchio "Iso Automobili". Le automobili vennero infatti costruite nella fabbrica dove, fino alla seconda guerra mondiale erano state costruite le iconiche auto di lusso e poi i motori aeronautici Isotta Fraschini. L'idea di Renzo Rivolta era quella di realizzare una minuscola auto a due posti, l’ “Isetta”, motorizzata da un monocilindrico due tempi.
Per realizzare il suo progetto, Rivolta ingaggiò due giovani ingegneri aeronautici, Ermenegildo Preti e Pierluigi Raggi. Preti e Raggi, partendo da un progetto che Preti aveva utilizzato per la sua tesi di laurea, progettarono un'auto con una carrozzeria a forma di uovo e l'accesso dalla parte anteriore attraverso un portellone (su cui era incernierato il volante), ampi finestrini, due le ruote anteriori e, inizialmente, una sola ruota motrice posteriore, immediatamente sostituita da due ruote (molto vicine l'una all'altra per evitare il differenziale) per ridurre i rischi in caso di foratura. Il motore, l’Iso 200, era un'unità da 198 cc, 8,5 CV, raffreddata ad aria, basata sul progetto del motore di accensione dei propulsori aeronautici Isotta Fraschini utilizzati durante la seconda guerra mondiale. Il cambio era a 4 marce senza retromarcia. La vetturetta era sorprendentemente capace di 75 km/h, ma il piccolo motore faticava a spingere l'auto in saluta e i 50 all’ora si raggiungevano con difficoltà in meno di 30 secondi...
Quando l'Isetta fu presentata ufficialmente al salone dell'automobile di Torino nel 1953, il prezzo, inferiore alla popolare Fiat 500 Topolino, non era però abbastanza basso per essere accessibile dal grande pubblico italiano. Nonostante la macchina avesse ben figurato alla 1000 Miglia e ad altre competizioni famose, le vendite stentavano a decollare.
Fortunatamente, nel 1954, la piccola automobile fu notata al Motor Show di Ginevra da un importatore svizzero della BMW, che avvisò la casa madre. A quel tempo, la BMW era sommersa dai debiti e vicina al fallimento. Pochi mesi dopo, BMW inviò il suo Responsabile Collaudi al Salone di Torino per incontrare Rivolta e chiudere un preliminare per la concessione del brevetto: l'accordo finale fu raggiunto a Milano pochi giorni dopo, e la BMW poté iniziare a produrre l’Isetta.
La BMW 250 fu presentata nel marzo 1955. Rispetto all'Isetta, la versione tedesca aveva finestrini discendenti e un sistema di riscaldamento che la rendeva più confortevole, ed godeva di un motore di origini motociclistiche di 250cc che forniva una potenza di 12,5 CV.
La BMW 250 fu un vero successo. Convinse immediatamente stampa e utenti: bassi consumi, buon livello di comfort, design innovativo e prezzo accessibile. Quando furono raggiunte le 50.000 unità vendute, BMW inviò a Rivolta un formale ringraziamento. BMW ne produsse anche versioni di 300cc e 600cc. La piccola Isetta, snobbata nel suo paese d'origine, divenne la prima auto a basso consumo prodotta in serie e il monocilindro più venduto nella storia dell'automobile. Grazie ai guadagni derivanti dalle vendite di questa piccola auto, la BMW trovò le risorse per riprendere la ricerca e lo sviluppo di nuovi modelli e uscire dalla crisi.
Iso concesse in licenza la produzione dell’Isetta in diversi paesi tra cui Francia, Spagna, Brasile.
Questa Isetta, costruita nel 1958 in Spagna, è una di quelle vetturette realizzate all’estero. Il tetto apribile aveva anche funzione di di via di fuga nel caso che un incidente bloccasse l’unico accesso anteriore. I paraurti, insolitamente importanti, erano una caratteristica delle auto costruite dall'Iso Espana. Ha quattro ruote (alcune Isette di costruzione britannica ne avevano tre in modo che potessero godere della tassazione ridotta riservata ai motocicli) ed è motorizzata dal monocilindrico due tempi e doppio pistone della Iso.
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