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The Triumph TT600 wasn't certainly the luckiest product of the Hinckley brand. At Shaka Garage in Bari, they found a 2000 one in good conditions and decided to try anyway...

La Triumph TT600 non è stato certamente il prodotto più fortunato del marchio di Hinckley . Allo Shaka Garage di Bari ne hanno trovato una del 2000 in buone condizioni e hanno deciso di provare, comunque...



Introduced in 2000, the TT600 had to be the Triumph’s weapon against the overwhelming power of the Japanese competitors in the market of race replica bikes. The in-line four-cylinder 600 cc with a power of 108 hp, the lightweight frame (dry weight of only 170 kg), adjustable Kayaba shocks, the upright riding position with high-mounted handlebars, gave the TT600 a remarkable feel and a good degree of comfort compared to its competitors. The TT600's handling and braking were highly praised across the industry for being well-balanced and agile. Unfortunately, the TT600 was affected by several minor glitches. Being the company's first fuel-injected 600cc sportbike, the initial 2000 model had choppy throttle response and bad fuel mapping, leading to harsh on/off throttle transitions. Issues that were fixed eventually. But the arguable look, together with the initial problems made the model unsuccessful. 

Presentata nel 2000, la TT600 doveva essere l'arma della Triumph contro lo strapotere dei concorrenti giapponesi sul mercato delle race replica. Il quattro cilindri in linea 600 cc con una potenza di 108 cavalli, il telaio leggero (con un peso a secco di soli 170 kg), le sospensioni Kayaba regolabili, la posizione di guida eretta con semimanubri alti, conferivano alla TT600 un notevole feeling di guida e un buon grado di comfort rispetto ai suoi concorrenti. La maneggevolezza e frenata della TT600 furono apprezzati in tutto il settore per equilibrio e guidabilità. Purtroppo, la TT600 aveva però anche alcuni difetti di gioventù. Essendo la prima 600cc sportbike a iniezione della Triumph, i primi modelli avevano una risposta irregolare all’acceleratore e una cattiva mappatura con fastidiosi on/off. Problemi che più tardi furono risolti. Ma l'estetica discutibile, insieme alla iniziale difettosità decretarono l’insuccesso del modello. 




At the beginning of the project, Saverio Alan Damiani & Co. of Shaka Garage, wanted to turn the donor bike into a cafe racer. But during the build they thought that the lightness and handling of this sportbike could be a good base to build a countercurrent and unique scrambler. Accordingly, they didn’t change anything of the chassis and maintained the vital sizes of the bike. They added a wide sport handlebar to improve the handling and that’s it. The mount of the rebuilt rear subframe, shorter and lighter than the original one, Alan says, was a real nightmare because of the need to reposition the entire electrics. But they made it. And together with the custom seat the new riding position proved very effective and confirmed the decision to maintain most of the Triumph choices in this respect. 

All'inizio del progetto, Saverio Alan Damiani & Co. di Shaka Garage, volevano realizzare una cafe racer. Ma durante la costruzione hanno pensato che la leggerezza e maneggevolezza di questa sportiva potevano essere una buona base per realizzare una scrambler unica e controcorrente. Di conseguenza, non hanno cambiato nulla del telaio e hanno mantenuto le misure vitali della moto. Hanno aggiunto un ampio manubrio a piega bassa per migliorare la maneggevolezza e il gioco è stato fatto. Il montaggio del nuovo telaietto, ricostruito più corto e più leggero di quello originale, dice Alan, è stato un vero incubo a causa della necessità di riposizionare l'intero impianto elettrico. Ma ce l'hanno fatta. E con la sella artigianale la nuova posizione di guida si è dimostrata molto efficace, confermando la decisione di mantenere la maggior parte delle scelte Triumph al riguardo.


The headlight is a repainted Triumph one, whilst the taillight is a Mini Bates aftermarket LED light. The stock rims, the swingarm and several other details were painted matt black. New handmade number plates were added to cover the modern lines of the liquid cooled engine. The gas tank was brushed and brought back to raw metal before receiving the pinstripe artwork by DS Design. New braided lines were mounted to improve braking reliability. The choice of the tires was more on the fashion side, picking a couple of big size offroad tires. They are certainly perfect to ride the shores and dirt roads, but not the best for putting the knees down on a fast winding road. But Saverio says that even with these tires riding on regular road doesn’t imply major problems. The name of the bike "The Tugboat" looks appropriate... All in all, a very good recovery of an ugly duckling. 

Il faro è un Triumph originale riverniciato, mentre il fanalino posteriore è un Mini Bates a LED. I cerchi di serie, il forcellone e diversi altri dettagli sono stati verniciati nero opaco. Nuove tabelle portanumero artigianali sono state aggiunte per coprire le linee moderne del motore raffreddato a liquido. Il serbatoio è stato spazzolato e riportato al grezzo prima di ricevere il pinstriping della DS Design. Sono stati montati nuovi tubi in treccia per migliorare l'affidabilità in frenata. La scelta delle gomme è stata modaiola: una coppia di pneumatici fuoristrada di sezione esagerata. Sono certamente perfetti per correre sui bagnasciuga e sterrati, ma non i migliori per mettere le ginocchia a terra sul misto veloce. Ma Saverio dice che anche con questi pneumatici la guida su strada normale non implica grossi problemi. Il nome dato alla moto "Il Rimorchiatore" mi pare appropriato... Insomma, un bel recupero di un brutto anatroccolo. 



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