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I thought that this amazing 1980 R65 had been called Inge by its builder to give “her” an evocative Teutonic name . I was wrong. Inge stands for "Engineer" (in Italian “Ingegnere”) which is the nickname of its lucky owner. A strange lover of the Bar and Shield converted to the boxer twin by Frank A. of Moto Sumisura. The story and beautiful photos (by Fabrizio Jelmini) of this bike are worth reading the whole post .



Pensavo che questa incredibile R65 del 1980 fosse stata chiamata Inge dal suo costruttore per darle un evocativo nome teutonico. E invece no. Inge sta per “ingegnere” che è il soprannome del suo fortunato proprietario. Un improbabile Harleysta convertito al boxer da Frank A. di Moto Sumisura. La storia e le belle foto ( di Fabrizio Jelmini) di questa moto, valgono la pena di leggere tutto il post.




The Engineer is very finicky. He is the type of person who doesn’t touch his immaculate Harley before he has considered all the technical implications of each single modification, tuning, replacement. He knows everything about the motorcycle: the role of the head angle, the one of the crankshaft angle, or even the mysterious relationships between the compression ratio and the octane number. He is engineer in spirit before the qualification and he’s a staunch fan of Harley Davidson. One day, Franco’s father meets him in town and discovers his passion for two wheels, he invites him to visit his son’s garage: "Go there and see what my son is doing with the old German ladies". Inge is intrigued and goes there. He’s very glad to be involved in technical matters, breathes the air of the workshop. But he doesn’t give up. He doesn’t want to betray his beloved Harleys. It takes three months. At the end Inge watches the Franco’s project and he makes up his mind: "Okay Frank, build this Beemer for me". But Franco is not convinced. His project seems too trivial to him. He seems to have designed just another one of the beemer specials that crowd web nowdays. And you know what? Frank tells Inge he isn’t ready yet. He tells him that he must change for something truly unique. And that one of a kind piece deserves time... Meditation. The meditation lasts three days. And in the end Franco is ready : the fat knackered bike from the 80’s is no longer there. And there is not even a cow to ride with clipons... Nor a scrambler with a huge tank, skeletal frame and fat knobby tires. There is instead a BMW motorrad that comes straight from another age. An original BMW, where originality is not fidelity to the stock model, not even the fact that it is one of a kind model: the originality lies in the fact that it is all strictly made with vintage BMW parts from different years: from the 20s to the 50s and 60s . The tank, for example, is chosen from a 1960 R27. Different styles. Different tastes. But the result is that even the staunch supporters of the German brand are ready to recognize the brand loyalty. And Inge is now happy as a child ... Or a big old boy. You choose. 




L’Ingegnere è un precisino. Uno che non tocca la sua immacolatissima Harley se prima non ha valutato tutte le implicazioni tecniche di ogni singola modifica, messa a punto, sostituzione. E’ uno di quelli che sa tutto della moto: dal ruolo dell’avancorsa, agli angoli di imbiellaggio, alle recondite relazioni che legano il rapporto di compressione al numero di ottano. Ingegnere nello spirito prima che per titolo. E’ un appassionato Harleysta di quelli convinti. Quando il padre di Franco lo incontra in paese e scopre la sua passione per le due ruote, questo lo invita a visitare l’officina del figlio: “Vai a vedere che che fa mio figlio con le vecchie tedesche!”. L’Inge è incuriosito. Ci va. Si lascia coinvolgere nelle questioni tecniche. Respira a pieni polmoni l’aria dell’officina. Ma non molla. L’Harley non la vuole tradire. Ci vogliono tre mesi. Alla fine l’Inge vede un progetto e si convince: “D’accordo Franco, fammi questa Beemer”. Ma Franco non è convinto. Il progetto gli sembra banale. Gli sembra di aver disegnato un’altra mucca alleggerita di quelle che è pieno il web. E sai che fa? Dice all’Inge che non è pronto. Che se deve cambiare deve farlo per qualcosa di davvero unico. E che quel pezzo unico merita tempo… Meditazione. La meditazione dura tre giorni. E alla fine Franco è pronto: la cicciona spompata del 1980 non c’è più. E non c’è nemmeno una mucca da corsa con i semimanubri… O una scrambler col serbatoio panciuto, il telaio scheletrico e le ruotone tassellate. C’è una BMW motorrad che arriva dritta dritta da un’altra epoca. Una BMW originale, dove l’originalità non è certo la fedeltà al modello originale, ma nemmeno il fatto che si tratti di un pezzo unico: l’originalità sta nel fatto che è tutta, rigorosamente, realizzata con pezzi BMW d’epoca. Di diverse epoche: dagli anni 20 agli anni 50 e 60. Di diversi stili. Come quello del serbatoio, scelto da una R27 del 1960. Di diversi gusti. Ma col risultato che persino un fanatico dell’Elica riesce a riconoscerne la fedeltà al marchio. E l’Inge ora è felice come un bimbo… O un grande vecchio. Fate voi.


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