Nasty Donkey by LuisMoto

Aurora è una ragazza fortunata. Voleva una moto, e il suo fidanzato, Luis, combinazione, le moto le costruisce. Luis, titolare di LuisMoto di Pisa, lavora sulle moto da 20 anni: Harley, Buell, Ducati. E’ uno che i radiatori non li ama… e, dice che “anche a casa preferisce il camino” . Visto che la moto avrebbe dovuto essere una special, personale in ogni sua parte, la scelta è caduta su qualcosa da restaurare: un vecchio Monster 900 del 1999. Un relitto abbandonato da tempo, arrugginito, usurato, finito, con problemi elettrici, il motore sverniciato, il serbatoio ammaccato e tanti guai da sistemare... Luis l’ha ricostruito e modificato con un budget ragionevole ma spendendo tante ore di lavoro e ricostruendo  pezzi artigianali piuttosto che comprare aftermarket... Se la storia vi intriga, leggete il resto.

Aurora is a lucky girl. She wanted a motorcycle, and her boyfriend, Luis, by chance, builds bikes. Luis, owner of LuisMoto in Pisa, has been working on motorcycles for 20 years: Harley, Buell, Ducati. He is a kind of chap who doesn’t love radiators... and he says he rather "prefers the fireplace even at home". Given that the bike would have been a special, fully customized, the choice was something to be restored: an old 1999 Ducati Monster 900. A long-abandoned wreck, rusted, worn out, finished, with electrical problems, stripped engine, cracked tank and many other troubles to be fixed ... Luis rebuilt and modified the bike with a reasonable budget, but spending so many hours of work and mainly making bespoke crafts rather than buying aftermarket components.

La storia della costruizione dell’ “Asino Maleducato” è finita pagina facebook di Luis Moto ed è stata seguita dagli amici come fosse uno sceneggiato televisivo. “Sono partito col ripristinare lo stato estetico del motore... Il cuore, riverniciando ogni sua parte. Ho scelto un grigio di tonalità più calda rispetto all’originale ed ho verniciato i carter in nero raggrinzito. Tutta la bulloneria e' stato sostituita. I copricinghie sono stati tagliati in modo da coprire solo le pulegge in modo che si possa vedere la distribuzione girare a motore acceso. Anche le altre componenti del motore sono state bonificate dall’ossido e riverniciate. Il piattello frizione é Rizoma, in origine anodizzato rosso, da me lucidato a specchio nella la parte esterna. Poi sono passato al telaio che ho accorciato e rialzato nella parte posteriore per ospitare la coda in fibra di derivazione sport d'epoca. Una volta fissata la coda al telaio l'ho modificata creando le guance che vanno ad inserirsi nello scasso del serbatoio dove originariamente va la sella. Nel serbatoio originale ho creato degli incavi a colpi di martello, in modo da avere un maggior raggio di sterzo, come usava sulle vecchie moto da corsa con i semimanubri. Poi ho iniziato a dedicarmi all’anteriore. Ho sostituito la forcella con quella di un Monster più recente, regolabile e più lunga di circa 3 cm, perché sulla vecchia non avrei potuto montare i cerchi a raggi di una Ducati GT1000, di cui ho usato anche l’impianto frenante Brembo. Ho poi abbassato il faro modificando i supporti e l'ho corredato di una mascherina porta numero in alluminio lucidato a specchio, come il parafango anteriore. I raiser li ho ricavati dal pieno rialzandoli di 2 cm così che montando un manubrio Tommaselli l’assetto sarebbe rimasto comunque comodo. Sparita la chiocciola del tachimetro a cavo ho dovuto modificare anche la strumentazione. Ho comprato un piccolo strumento digitale e l'ho affiancato al gruppo spie originale. Poi ho creato un supporto in alluminio lucidato a specchio. Per montare il cerchio della GT1000 al retrotreno, invece, ho dovuto sostituire i cuscinetti, che hanno un diametro diverso, rifare il centraggio ruota, modificare la staffa della pinza freno e rifare le boccole. Il forcellone originale, malridotto, e' stato sbassato, lucidato e infine riopacizzato per creare il giusto effetto. Anche tutti i leveraggi della sospensione e l'ammortizzatore sono stati rivisti, ripristinati e riverniciati. Per l'impianto di scarico ho trasformato il collettore originale, 2 in 2,  in un 2 in 1, fasciandolo con bende termiche e utilizzando un terminale GP tagliato e risaldato per dargli una maggior inclinazione. Ho creato il portatarga con un braccio molto lungo in acciaio che funge da supporto alle frecce e al piccolo faro rotondo. Infine ho verniciato le varie parti: prima il telaio, poi la carrozzeria e quindi i dettagli. In ultimo, ho creato la sella facendo una base in materiale plastico e rivestendola in pelle trapuntata. Il lavoro è durato un mese ed è terminato un giovedì. Il giorno seguente ho portato la moto all' Expo motori di Pisa, il ponte del 1° maggio, e ha vinto il primo premio come miglior cafe racer tra 40 concorrenti.”

Luis non mi ha spiegato il numero 313 sul codone… Ma mi piace pensare che non esista donna che non vorrebbe la targa della mitica auto di Paperino sul poprio mezzo.