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Questa di oggi è la moto che in assoluto mi ha intrigato di più a Verona. Un piccolo grande capolavoro realizzato da Plan B Motorcycles, al secolo Christian, che ho avuto il piacere di conoscere brevemente durante il flash mob dei motobloggers di sabato. Qualche ora fa, mentre maledicevo il recinto della vergogna all’interno del quale tante belle moto erano state accatastate nel Padiglione 1, e guardavo con rabbia le foto che ero riuscito, con vari contorsionismi, a scattare a questa moto, mi è arrivata la mail di Christian. Le belle foto che vi propongo sono state scattate da quel pazzo di Sakè Racer, al secolo Chris, un grande amico di tutti noi, che si è infilato, come un "sorcio" (scusate l'espressione capitolina) nel set fotografico del grande Gianni Rizzotti a cui chiediamo perdono per questa nostra impazienza, certi che ci assolverà quando le “vere” foto da lui scattate renderanno ragione dell’opera di Christian e ci stupiranno con la resa che solo un artista come lui gli può conferire. Ma, intanto, vi conviene leggere il resto...



Era una Yamaha XT600 Tènèrè del 1988, grossa, blu e con il doppio faro. La moto era del padre di Christian, messa male e quasi dimenticata in garage. Interamente smontata, il telaio è stato sabbiato, controllato e verniciato a polvere. L’avantreno è stato donato da una Ducati 916. I mozzi originali sono stati ri-raggiati. Il disco anteriore da 320 mm è una Yamaha R7. Al posteriore è andato un forcellone XT ma del modello con freno a tamburo perchè, a differenza dell'originale, è in alluminio. Ma non è finita: il forcellone è stato modificato e rinforzato con una capriata superiore: un piccolo capolavoro di carpenteria metallica. La modifica del forcellone ha obbligato a ruotare la pinza freno di 180 gradi, utilizzando una staffa autocostruita. Anche lo scarico ha dovuto cambiare percorso e ciò ha comportato uno "scasso" nel serbatoio dell'olio, realizzato dallo stesso artigiano che ha modificato il forcellone. Il mono posteriore è arrivato da una Ducati 1098 e ha richiesto la costruzione di un nuovo leveraggio.


A motore smontato, sono stati lucidati i carter ed è stato installato un pistone forgiato ad alta compressione che ha portato la cilindrata a 650 cc. I condotti sono stati lucidati, le camme sostituite altre più spinte e l’alimentazione ottimizzata con una coppia di Keihin FCR valvola piatta da 35.


Quasi tutti i comandi elettrici sono stati spostati sulla piastra di sterzo. Le tre levette sulla sinistra servono per le luci, la levetta grossa sulla destra sostituisce la chiave ed è stato installato un bel pulsante rosso per lo start. L'impianto elettrico è stato rivisto e spostato sotto al codino insieme alla batteria. Il faro è di una Citroen 2 cavalli e ospita le spie. Le viti che lo affrancano ai supporti fungono anche da frecce con l’alimentazione che passa all'interno e entra nel faro, dove è nascosta l'altra metà dell'impianto elettrico. Lo strumento è quello originale comandato a cavo, infilato... in una brocca del latte di un set da thé dell'IKEA!


Le pedane, e le piastre di fissaggio (assicurate agli attacchi di quelle che erano per il passeggero), sono ricavate dal pieno… E non potrebbe essere altrimenti, pena la radiazione d’ufficio dall’albo delle cafè racer (io faccio finta di niente, che le mie sono ancora quelle di Hamamatsu…)! Il copri pignone è stato battuto a mano da una lastra grezza di lamiera.


Per quanto riguarda la carrozzeria, il serbatoio arriva da una Yamaha XS 750. I supporti parafango sono quelli delle Ducati Sportclassic con archetti autocostruiti per agganciarsi a un parafango in vetroresina di derivazione Thruxton. Sempre da una Thruxton arrivano i fianchetti che calzano benissimo nel telaio della XT. Il puntale sotto coppa, adattato, era nato per il kit trofeo Thruxton. Il codino replica invece quello di una Ducati Imola e ospita il fanale di un vecchio furgone Ford. Le frecce posteriori sono le stesse utilizzate per l'anteriore e spuntano dal telaio tagliato. Il logo originale sul serbatoio e il filetto in foglia d'oro sono stati realizzati da Barbara di Rumi Custom Paint.


Chissà che faccia ha fatto il padre di Christian quando ha visto la sua moto…dopo la cura!

Infine, per quelli come me, che “non gli basta mai”, tutto il "the making of" con le relative foto di Christian, le trovate qui. Ancora grazie a PlanB e  Sake Racer per avermi dato il là di questo post e a Gianni Rizzotti per aver prestato il suo studio alla nostra banda di appassionati.

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