Io me la ricordo bene la Suzuki GS 1100. Era proprio gli inizi degli anni '80 e l’aveva il mio “capitalizzatissimo” e non emulabile amico Carmelo. C’era anche il GS 550 per chi non voleva esagerare. Perché col millecento di esagerazione si trattava… Non s’era mai vista una cilindrata così prima. O almeno, così la vedevano quelli che come me si accontentavano di un vespone o di una CB350 già vecchia di qualche anno.
A questa GS del 1983, di origini udinesi e trapiantata a Sorrento, il motore è stato completamente revisionato e pompato un po’ con camme e carburatori del più recente, e (Diomiperdoni) più brutto, Katana e le è stato fatto dono di un radiatore dell’olio per placare i bollori della Costiera. La sella ha stampigliato sul fondo "Suzuki 1978" e il manubrio è ancora quello originale perché il proprietario, il mitico Pasquale dei Roadlegends Sorrento, ha tolto il Tommaselli Condor perché -anche se era bello- era stufo di schiacciarsi i pollici nel serbatoio a ogni sterzata… E poi senza pedane arretrate proprio non ci si stava dentro... L’imponente strumentazione automobilistica del GS è stata ridotta al solo contagiri. Il parafango posteriore è di recupero (forse Guzzi), l’anteriore è quello originale minimizzato. Il telaio reggisella è stato tagliato e sono state inserite due lucciole. Il fanalino posteriore è un classico Lucas.
Del Marving “quattroinuno” (che noi a Roma chiamavamo “mozzicone”), Pasquale racconta: “In pratica un fucile della prima guerra mondiale: la scorsa estate un carabiniere mi ha fermato e mi ha detto: "guagliò, non e' che sto scarico non è omologato su strada, questo non è manco più omologato in pista! I miei amici hanno ribattezzato la moto Osella, come gli sport prototipi da cronoscalata, dicono faccia lo stesso casino”.
è in concorso sul nostro contest ( caferacerculture)....ed io la trovo bellissima!
ReplyDeleteMi sembra un'opinione in-CONTEST-abile.
ReplyDelete