Vi ho mai detto dell’altra mia grande passione? La subacquea. E cosa c’è di meglio per un subacqueo motociclista di una immersione in un relitto carico di reliquie a due ruote?
Chi è appena minimamente appassionato di diving, può sicuramente saltare le chiacchiere e guardarsi direttamente le foto. Sa di cosa parlo.
Durante il 1941 l’Ottava Armata britannica, impegnata nella campagna del Nord Africa, aveva vitale necessità di massicci rifornimenti. Raggiungere il quartier generale di Alessandria d'Egitto attraverso il Mediterraneo era però impossibile per la marina alleata perchè l’aviazione dell’Asse e gli U-boat presidiavano le principali rotte. Per raggiungere l’Egitto, le navi percorrevano allora la rotta atlantica, circumnavigando l'Africa, facendo scalo a Città del Capo, e percorrendo il Mar Rosso e il canale di Suez.
Il Thistlegorm era un cargo privato, armato per la prima difesa, varato il 5 aprile del 1940 dai cantieri Joseph Thompson & Sons di Sunderland e fu inizalmente utilizzato sulle rotte con gli Stati Uniti. Il 2 giugno 1941 lasciò però il porto di Glasgow per il Nord Africa carico di approvvigionamenti: armi, munizioni, carri armati leggeri, automezzi e, naturalmente motociclette: Norton 16H e BSA M20.
A fine settembre 1941 il convoglio del Thistlegorm si fermò a un ancoraggio sicuro presso il Reef di Sha'ab Alì, a nord ovest di Ras Mohammed (la punta sud della penisola del Sinai), in attesa che la Royal Navy terminasse di liberare il canale di Suez, rimasto inagibile per una collisione. Nella notte tra il 5 e il 6 ottobre, un gruppo di bombardieri tedeschi Heinkel He 111, decollati dall'isola di Creta, attaccarono il convoglio e il Thistlegorm venne raggiunto da un'unica bomba che colpì la stiva quattro, dove erano trasportati le munizioni. L’esplosione che ne derivò spezzò la nave in due tronconi che affondarono rapidamente, appoggiandosi sul basso fondale di circa 33 metri, rimanendo appoggiati sulla chiglia. Gran parte dell’equipaggio riuscì ad abbandonare la nave, ma ci furono comunque sei vittime.
Nel 1956, nel mitico film “Il mondo del silenzio” (Palma d'oro al 9º Festival di Cannes) Jacques Cousteau svelava al mondo lo straordinario ritrovamento. La nave era praticamente intatta e tutto il suo carico era ancora lì dopo 15 anni, appena coperto di coloratissime formazioni coralline. Io ci sono stato nel 1993, poi nel 1996 e, infine, nel 1999 con un amico inglese che restò visibilmente toccato da quanto vide sottacqua. Ogni volta è stata una esperienza straordinaria. Ma ogni volta c’era qualcosa di meno da vedere. Il relitto ha subito molti furti, per souvenirs e non solo, e soffre delle migliaia di visite subacquee: le bolle d'aria che restano intrappolate all'interno delle stive hanno causato il deterioramento delle strutture metalliche favorendone l’ossidazione. Il governo egiziano considera ormai da tempo l’opportunità di chiudere il sito alle immersioni ricreative...
All pics on public domain found on google images
Bellissimo Post. Grazie.
ReplyDeletecomplimenti luke foto stupende e racconto intenso.pit
ReplyDeletema non si potrebbe vedere di recuperare qualche moto per rimetterla???
ReplyDelete-renato-fi
Io francamente non vedrei l'opportunità di privare un così bel sito delle sue ricchezze. Ma quand'anche la cosa avesse un qualche senso, direi proprio di no per una lunga serie di motivi. Anzitutto il relitto è considerato un reperto storico di proprietà della nazione Egiziana e ogni sottrazione è ritenuta un furto. In secondo luogo lo stato dei mezzi, dopo settant'anni esposizione agli agenti marini, e migliaia di immersioni subacquee che hanno prodotto tutto l'ossigeno necessario all'ossidazione, è tale da rendere impensabile qualsiasi restauro. Infine, il costo di un'operazione del genere sarebbe incongruo con i proventi del recupero...
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