Dall'archivio dei fratelli motociclisti di Hamamatsu, convento di S.Acs. AD 2011 dC
La storia è tutta qui
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SACS sta per Suzuki Advanced Cooling System ed è il nome del sistema di raffreddamento dei motori quattro tempi di Hamamatsu che utilizzano per dissipare il calore di funzionamento la tipica alettatura su cilindro e testata, più fitta e meno pronunciata di quella di analoghi sistemi di raffreddamento ad aria, e lo specifico sistema di circolazione forzata di olio, raffreddato dal radiatore. I motori con questa tecnologia sono caratterizzati dalla maggior necessità di olio nel carter, perché l’olio stesso è chiamato contemporaneamente sia a lubrificare le parti in movimento che a raffreddare la testata e la parte inferiore dei pistoni, tramite piccoli getti posti sull'albero a gomiti. Quest’ultimo per i supporti di banco utilizza cuscinetti e non bronzine. Brevettato da Suzuki negli anni ottanta per le superbike ed utilizzato fino al 2006, questo tipo di raffreddamento ha per anni equipaggiato la serie Gsx-R: la sportiva della casa di Hamamatsu che nel 1984 inventò il settore delle Race replica. Tale unità si distingueva per l'elevata potenza specifica associata a una robustezza quasi leggendaria, e non è infrequente veder circolare ancora oggi Gsx-R di quegli anni in ottime condizioni e con percorrenze di 100.000 e passa chilometri, assolutamente inusuali per delle supersportive. Verso il 1995 il motore Sacs, per via della sua eccessiva efficacia raffreddante e peso, segnava ormai il passo nel settore delle supersportive, ma, essendo un'ottima unità, è rimasto stoicamente in produzione, debitamente depotenziato e addolcito nell’erogazione, continuando a far correre mitiche naked come le Gsx Inazuma (400, 750, 1200 e la maxi 1400), le sport tourer Gsf 600 e 750 e le celeberrima Bandit (prima 400, poi 600 e 1200 e infine 650).
La prima GSX-R esce dalla fabbrica di Hamamatsu nel 1985: è il primo modello nato per la corsa e per la pista, destinato alla leggenda. Alla Suzuki approfittano della riduzione di cilindrata delle moto in gara da 1000 a 750 e Hiroshi Fujiwara, il designer, gli conferisce una linea che all’epoca è ritenuta il massimo. L'interesse della stampa è immediato. Il nuovo propulsore SACS sviluppa una potenza superiore a quella di tutte le moto concorrenti della classe 750: circa 100 cv. La moto conta su un peso veramente basso per l'epoca, dichiarato in 179 kg, e dunque sul miglior rapporto peso potenza in circolazione unito a un telaio straordinariamente leggero e allo stesso tempo molto rigido. Con il passare del tempo, la Suzuki riesce a mantenere competitiva la moto, migliorandone l'estetica, la rigidità del telaio e, cosa più importante, il metodo di raffreddamento, con l’introduzione del liquido al posto del sistema olio/aria, ma le alette di raffreddamento sono mantenute ancora un po’ per non cambiare un’estetica che passerà alla storia. Nel 1996, c’è il salto tecnologico, con l'arrivo della nuova GSX-R col motore SRAD (System Ram Air Direct) ed il nuovo telaio perimetrale in alluminio. E' la nuova generazione delle race replica che ancora vediamo nei negozi.
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