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Bike porn today at Inazuma Café. Let me introduce a piece of the motorcycle history: an unique early fifties’ grand prix racer capable of 280 km/h. Rightaway from the Motodays show in Rome. IMHO, definitely best of show!


Conceived just after the 1954 Monza Grand Prix, the incredible Guzzi V 8 designed by the legendary engineer Giulio Cesare Carcano made a stunning public debut in 1955. The engine was an absolute innovation: a water-cooled 500 cc 90° V8 with dual overhead camshaft per side and a separate carburettor for each of the eight cylinders. Weighing only 45 kg, with its miniaturized components tightly packaged, this engine produced an unprecedented 72 hp at 12000 rpm. The motorcycle, which only weighted 148 kg proved capable of achieving 172 mph (275 km/h) 20 years before the speed was reached again in Grand Prix motorcycle racing. 

Concepita subito dopo il Gran Premio di Monza 1954 e progettata dall'ormai legendario Ing. Giulio Cesare Carcano, la Guzzi V8 debuttò con grande clamore nel 1955. Il motore era una innovazione assoluta: 500cc V8 di 90° raffreddato ad acqua, doppio albero a camme in testa per bancata e alimentazione singola. Pesante solo 45 kg, con componenti miniaturizzati, posizionato fronte marcia, raggiungeva l'allora inedita potenza di 72 CV a 12000 giri. La moto, che pesava solo 148 kg, si dimostrò capace di raggiungere i 275 km/h, vent’anni prima che tale velocità fosse raggiunta di nuovo nel Motomondiale. 






Tire, brake and suspension technology, however, lagged behind the powerful engine, making field testing difficult and actual racing dangerous. Only Fergus Anderson, Stanley Woods, Dickie Dale, Ken Kavanagh, Keith Campbell, Giuseppe Colnago and Bill Lomas were ever able to even ride the V8 motorcycle. Several of the riders experienced spectacular falls. Fergus Anderson crashed the motorcycle on its maiden run in Modena. Bill Lomas suffered a head injury at the 1956 Senigallia Grand Prix. Ken Kavanagh refused to ride the motorcycle after the 1956 race at Spa-Francorchamps. In addition, the Otto Cilindri proved complex and expensive to build and maintain. The bikes suffered broken crankshafts, overheating and seizing. In the 1957 season, Moto Guzzi withdrew from racing entirely and the V8 remained undeveloped. Only two authentic examples of this bike can be admired at the Moto Guzzi Museum in Mandello. For the 2015 Motodays in Rome, one of these has again been exposed and I took some shots with devotion. 

Pneumatici, freni e sospensioni, però, non erano ancora all’altezza del futuristico motore rendendo difficile la messa a punto e pericolosa la guida. Solo Fergus Anderson, Stanley Woods, Dickie Dale, Ken Kavanagh, Keith Campbell, Giuseppe Colnago e Bill Lomas riuscirono a portare in pista il mostro. Molti ebbero spettacolari incidenti. Fergus Anderson si schiantò a Modena nella gara inaugurale. Bill Lomas subì un trauma cranico durante il Grand Prix di Senigallia nel 1956. Ken Kavanagh si rifiutò di guidare la moto dopo la gara di Spa-Francorchamps nel 1956. Inoltre, la Otto Cilindri si dimostrò complessa e costosa da costruire e manutenere. Le moto subivano rotture dell’albero motore, surriscaldamenti e grippaggi. Nella stagione 1957, la MotoGuzzi si ritirò completamente dalle corse e il progetto V8 fu abbandonato. Solo due esemplari autentici di questo modello sono ancora conservati al Museo MotoGuzzi di Mandello del Lario. Per i Motodays 2015, uno di questi è stato esposto di nuovo al pubblico e l'ho fotografato con amore. 








Photos by and for Inazuma Cafe

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